A Imperia sono nati gli Orti Collettivi Solidali. “Collettivi”, perché tutti se ne possano occupare, “solidali”, perché gli ortaggi raccolti vengono distribuiti alle famiglie in difficoltà del territorio. Si coltiva per chi ha bisogno, ma anche per strappare al degrado tanti terreni incolti e abbandonati. Perché della bellezza, invece, abbiamo tutti bisogno. L’idea emerge all’interno della Brigata Girasole un germoglio del progetto Imperia Solidale sbocciato durante il primo lockdown.

Ne abbiamo parlato con i ragazzi della Brigata Girasole, ideatori di questo progetto. Come è nata l’idea degli orti collettivi solidali?
“Inizialmente, attraverso la partecipazione di molte e molti volontari abbiamo raccolto generi di prima necessità nei supermercati della zona. Questo tipo di attività continua ancora oggi e porta i suoi frutti con una distribuzione alimentare quindicinale, che sostiene più di cento famiglie sul territorio imperiese. Nel portare avanti questo tipo di solidarietà ci siamo però resi conto dell’importanza di fornire anche cibo fresco e, soprattutto, sano. Inoltre, i terreni incolti e abbandonati nelle vicinanze della nostra città sono molti e ci è sembrato doveroso provare a sensibilizzare le persone anche su questo. Da una parte la terra è bassa e richiede cura, ma dall’altra abbiamo un ottimo clima e un territorio che, pur burbero, pare ascoltare chi fatica. Per fortuna abbiamo chi è competente in materia e ci ha consigliato, abbiamo chi ha tempo e lo mette a disposizione e chi, senza tempo nè particolari abilità, si rimbocca le maniche quando può. Il risultato sono due orti nell’immediato entroterra della nostra città – uno a Costarainera, l’altro a Lecchiore – che piano piano crescono.”